LA PRIMA DONNA ARBITRO DI JUDO AI GIOCHI OLIMPICI DI TOKYO 2020/21
Roberta Chyurlia, 41 anni pugliese di Taranto, avvocato penalista, è la prima donna italiana arbitro di judo ai Giochi Olimpici di Tokyo,
un sogno avverato dopo avere ottenuto per tre volte dalla Federazione Europea di judo il titolo di miglior arbitro donna d’Europa nel 2017 2019 e 2020.
Prima di lei nel corso delle Olimpiadi sono stati 5 uomini arbitri italiani, tra cui il padre Tonino a Sidney nel 2000 e ad Atene 2004.
Sono ben cinque (su 14) le finali arbitrate da Roberta durante queste olimpiadi.
Una grande soddisfazione. Ma anche tanta responsabilita’.
Promossa tra i 16 migliori arbitri olimpici, Roberta ha dovuto ridurre il suo impegno come avvocato, risultando difficile conciliare i due ruoli in quanto non è possibile usufruire di permessi….sportivi.
Partendo dalle convocazioni per le maggiori competizioni europee, Roberta è riuscita ad ottenere l’incarico per Tokyo.
Cresciuta in una famiglia dove il judo ha coinvolto tutti, madre, padre e marito con ruoli diversi in un certo senso ha favorito il progredire con la meta finale di Tokyo.
La lontananza da casa, l’interruzione dovuta alla pandemia con tutte le conseguenze, i dubbi e le incertezze, gli aggiornamenti tecnici da affrontare, grazie al loro supporto è stato tutto superato.
Le selezioni superate non sono state semplici: basti pensare che su 300 arbitri valutati dalla Commissione europea, soltanto 12 partecipano a gare mondiali e solo 6 arrivano alle Olimpiadi.
Non è facile essere arbitro.
Ci vuole lucidità mentale, imparzialità, competenza, concentrazione, una grande responsabilità, saper gestire la situazione.
Qualità che unite dalla grande passione per il judo sono state espresse in maniera egregia durante queste olimpiadi.
Potere arbitrare competizioni di qualsiasi livello richiede un notevole impegno: senz’altro ogni gara è una storia a sé.
Essere arrivata alle Olimpiadi è uno sprono per proseguire sempre meglio.
Di sicuro non possiamo che essere orgogliosi di lei!
