12279068_912582588857116_8199974441244112303_n Premesso che tutti i nostri atleti judoka partecipano all’attività proposta dall’Associazione Amici del judo che si rifà ai principi del Judo Kodokan, tutte le gare del judo sportivo prevedono che i partecipanti siano divisi per categoria di peso, di età, distinzione di sesso (dopo gli 11 anni) e grado. Le fasce comprendenti i bambini (6/11 anni) e i ragazzi (11/14) vengono indirizzate a partecipare a gare educative. Ossia gli sforzi dei partecipanti sono diretti al perfezionamento della tecnica e alla sua applicazione pratica e non mirano al risultato finale esclusivo ottenuto in ogni modo, come accade nell’agonismo agonismo estremo. Come si svolge un combattimento. Nella gara di newaza (lotta a terra, adatta soprattutto ai principianti con la cintura bianca e gialla) i due contendenti, dopo aver fatto il saluto in piedi (ritsu rei), si avvicinano al centro dell’area di gara, si posizionano con un ginocchio a terra e l’altro alzato ed effettuano le prese (kyoshi). L’arbitro annuncia hajimè (cominciare) e si inizia. Lo scopo è immobilizzare l’avversario a terra con una tecnica precisa per 10 secondi. Non ci si puo’ alzare in piedi. Quando l’arbitro reputa corretta la posizione annuncia osaekomi (immobilizzazione) tendendo la mano con il palmo verso il basso. Se la presa viene interrotta prima dello scadere del tempo (cioè un contendente riesce a liberarsi) l’arbitro dichiara toketa alzando la mano sopra la testa agitandola da sin verso destra due o tre volte. Se invece l’immobilizzazione dura fino alla fine dei 10 secondi, l’arbitro annuncia ippon (punto) sollevando la mano sopra la testa col palmo in avanti. Se durante il combattimento ci sono azioni che l’arbitro non reputa corrette tipo stringere il collo dell’avversario, tirare l’avversario verso il basso, l’arbitro annuncia matte (fermare), ci si ferma, ci si rimette in kyoshi (posizione iniziale) e si ricomincia. Allo scadere del tempo (3 minuti) con il suono dell’apposito segnale l’arbitro annuncia sore made (fine). I due contendenti tornano alla posizione iniziale in piedi e l’arbitro solleva un braccio verso il vincitore facendo una valutazione dell’intero combattimento: chi ha attaccato di più, chi ha effettuato immobilizzazioni o in mancanza di queste l’espressione tecnica migliore. 1915720_923220781126630_4467379053725101097_nGli atleti che hanno la cintura dalla arancione a quella marrone affrontano gli incontri anche in piedi. Cioè si pratica in piedi e si continua eventualmente a terra. Sono consentite le tecniche base a seconda della cintura dei concorrenti del tachiwaza (tecnica in piedi) e le diverse varianti delle immobilizzazioni di newaza (tecnica al suolo). Lo scopo dello shiai (combattimento) è promuovere un judo positivo per favorire la formazione tecnica dei contendenti e prevenire eventuali effetti negativi che si possono riscontrare nella pratica, favorire una formazione multilaterale del giovane judoka e non esasperare preparazioni atletiche/tecniche specifiche tipiche dell’agonismo. L’arbitro da inizio al combattimento dopo che i due contendenti avranno fatto la presa fondamentale (prendere con la mano il bavero e con l’altra la manica). Se i due rompono o lasciano la presa l’arbitro annuncia matte (fermare). Quindi i due rifanno la presa e si ricomincia. I punteggi validi per stabilire la vittoria sono waza ari (mezzo punto) e ippon (punto). Perché sia marcato ippon l’avversario deve essere proiettato correttamente con forza, velocità e controllo. Se manca uno di questi elementi viene considerato wazaari, segnalato dall’arbitro alzando la mano, palmo verso il basso, all’altezza delle spalle, muovendola con movimento circolare parallelo alla materassina dalla spalla sinistra alla destra. Altrimenti la proiezione eseguita diciamo incompleta viene considerata un vantaggio. E’ consentita la presa dietro al collo, ma non deve avvolgere lo stesso. Nel Judo ci sono anche i punti negativi, di penalizzazione, per punire determinate azioni quali:

  • Azioni portate a destra con prese a sinistra e viceversa
  • Azioni con le ginocchia al suolo
  • Azioni con prese sotto la cintura

In pratica tutte quelle azioni che tendono a limitare la formazione tecnica di base del combattente, non salvaguardano l’incolumità dell’avversario, tendono ad un precoce sviluppo della tattica di gara a discapito della tecnica. Per ovvie ragioni, non sono consentite tecniche di shimewaza e kansetsu waza (strangolamenti e leve), lo stesso riguardo makikomi waza e sutemi waza (tecniche effettuate con il sacrificio dell’equilibrio del corpo per proiettare l’avversario) Il combattimento può avere un seguito a terra e anche …la fine: la vittoria si raggiunge conseguendo ippon tenendo l’immobilizzazione per 10 secondi. Se viene interrotta prima viene decretato waza ari. Nelle gare di Judo sportivo si utilizzano due formule per organizzare gli incontri:

  • il girone olimpico a punti negativi. Usato più spesso. Ha i pregi di dare la possibilità ad ogni combattente di disputare almeno due incontri indipendentemente dal risultato del primo e di stimolare la vittoria per ippon. Con questa formula si puo’ verificare che un combattente venga eliminato dopo tre vittorie consecutive (somma di kinza piccoli vantaggi) e la successiva non ammissione al turno successivo.
  • Il girone all’italiana soprattutto quando i partecipanti di una categoria sono pochi in modo che ogni combattente incontrerà tutti gli altri del suo gruppo e tutti possano fare pratica.

Tutto chiaro? usate lo spazio per i commenti qui sotto per fare domande o chiedere ulteriori informazioni. Alla prossima gara!